Dopo il debutto del 2007 torna sulla scena nei principali teatri italiani La Divina Commedia Opera Musical, la colossale opera musicale composta da Marco Frisina. Un restyling completo di uno spettacolo già in origine imponente, che si avvalse all’epoca della collaborazione di Carlo Rambaldi. Un impatto visivo notevole, quello della versione ora diretta da Andrea Ortis, che ha curato i testi insieme ad Gianmarco Pagano (autore del libretto originale) e che è anche in scena nel ruolo di Virgilio, la guida di Dante, interpretato da Antonello Angiolillo. Ripercorriamo i personaggi e i momenti salienti dei tre Canti, Inferno, Purgatorio e Paradiso attraverso il viaggio onirico di Dante alla ricerca del compianto amore per Beatrice. Una forma femminile realmente angelicata, il viso coperto da un velo stellato, animato dalla voce nitida e celestiale di Myriam Somma. Curiosamente l’aspetto amoroso è prevalente nella lettura drammaturgica dello spettacolo e poco e quasi nullo è il riferimento teologico. La parte più coinvolgente è quella dedicata all’Inferno, ricreato con video-proiezioni concettuali di grande impatto e da alcune trovate scenografiche di notevole effetto, come l’ingresso di Caronte, interpretato dal bravissimo Francesco Iaia, eccellente non solo dal punto di vista canoro, ma anche nei toni recitativi, schizofrenici e spiazzanti. Lo stesso si può dire del suo conte Ugolino, di rara intensità. Altrettanto convincenti le prove di Manuela Zanier (Francesca) e di Pier Delle Vigne (Daniele Venturini) condannato nella terribile selva dei suicidi. Lo spettacolo procede poi negli altri due canti con inaspettata sintesi, dedicandosi con scioltezza ai Pia De’ Tolomei, Catone e ai poeti per poi condurre Dante in breve tempo da Matelda a Beatrice, alla salita al Paradiso. La Divina Commedia Opera Musical è uno spettacolo di ottimo livello e poggia senza dubbio sulla bellezza delle voci dell’intero cast, in primis dei protagonisti Antonello Angiolillo (Dante), Andrea Ortis (Virgilio) e Beatrice (Myriam Somma) senza dimenticare la calda ed emozionante narrazione del grande Giancarlo Giannini. Mancano però delle scelte registiche e coreografiche decise, che appaiono quasi assorbite dall’imponente e godibilissimo gioco e di video proiezioni di Roberto Fazio. La grandiosa scenografia circolare dello spettacolo del 2007 è appunto in gran parte sostituita da incredibili video proiezioni animate in 3D, che risucchiano letteralmente lo spettatore nei meandri delle atmosfere dantesche. Il tutto coadiuvato dall’ottimo impianto luci di Valerio Tiberi e da quello scenografico di Lara Carissimi. Le musiche di Marco Frisina, a accezione fatta per la canzone portante che ha molti echi morriconiani – inseguono la difficile metrica dantesca che è evidentemente poco adatta alla messa in melodia. Uno spettacolo dalla grande potenzialità, che crescerà sicuramente e che rappresenta comunque un tassello importante nella ricerca di identità del musical italiano.
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