Giacomo Poretti arriva al Teatro Leonardo di Milano dal 15 al 25 novembre con un interrogativo: che cos’è l’anima? In una insolita veste solitaria e senza la spalla di Aldo e Giovanni, l’attore scrive e interpreta il monologo Fare un’anima.
“Il progetto di questo monologo – spiega Giacomo – mi frulla in testa da quando è nato mio figlio Emanuele. In quell’occasione venne a trovarci in ospedale un anziano sacerdote che mia moglie ed io conoscevamo bene. Si complimentò con noi e ci disse: bene, avete fatto un corpo, ora dovete fare l’anima. Questa frase mi è rimasta dentro per molto tempo, si è sedimentata finchè non mi sono deciso ad affrontare la questione, un compito certo non facile”.
Fare un’anima, raccoglie divagazioni e provocazioni su un organo che i moderni manuali di anatomia non contemplano ma di cui da millenni gli uomini di ogni latitudine hanno parlato.
Lo spettacolo prende l’avvio da un inciampo, da una scivolata, “da una parola inattesa che si mette in casa propria come uno straniero inaspettato e indesiderato” e attraverso il linguaggio dell’umorismo e dell’ironia pone in dubbio l’esistenza stessa dell’anima.
“Come nasce l’anima? – Spunta coi dentini da latte? O dopo? Quanto incide una corretta alimentazione a farla crescere? E, nel caso, sarebbe meglio una dieta iperproteica o senza glutine, oppure povera di sodio? Ma l’anima esiste davvero o è una nostra invenzione? E ancora: è una parola da mandare in pensione o i tempi complicati che stiamo attraversando la rendono più che mai ineludibile?”
