Torna per la terza stagione consecutiva in Italia Che disastro di commedia (The play that goes wrong). Un esilarante meccanismo comico creato nel 2012 da Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields e realizzato in origine in un piccolo teatro all’interno di un pub di Londra. Dal 2014 lo spettacolo approda nei teatri “ufficiali”, prima a Londra e poi a macchia d’olio in oltre 20 paesi, vincendo diversi Olivier Awards e Molière, sempre con la regia originale di Mark Bell. Un format immutato, che convince anno dopo anno anche in Italia, con una compagnia di otto attori inattaccabile, affiatata, dai tempi comici perfetti.
Uno spettacolo di teatro nel teatro, che vede la sgangherata Compagnia Amatoriale di Sant’Eufrasio Piedimonte alle prese con il primo allestimento dal budget importante, Delitto a Villa Aversham, un pessimo giallo anni’ 20 che vorrebbe occhieggiare ad Agatha Christie. Un disastro annunciato fin dall’inizio, con gli attori che chiedono la collaborazione del pubblico per la ricerca di un cane misteriosamente scomparso o per riattaccare un pezzo di scenografia in equilibrio precario. Anche il discorso introduttorio del capocomico, che enumera le produzioni passate dai titoli quantomeno bizzarri, lascia presagire che la compagnia non sia preparata al salto di qualità.
Ma veniamo al delitto. Qualcuno ha ucciso il ricco Charles Aversham (Gabriele Pignotta) che giace “quasi” esanime sul divano della sua villa. L’ispettore Carter (Marco Zordan), giunto a Villa Aversham, nonostante un’improbabile tempesta di neve simulata con qualche coriandolo, inizia la caccia al colpevole tra parenti e familiari: la fidanzata del defunto, Florence Collymore (Viviana Colais), Cecil (Luca Basile), fratello di Charles e amante di Florence, Thomas (Yaser Mohamed), fratello di Florence, Perkins (Alessandro Marverti), il maggiordomo di casa Aversham.
La rappresentazione mette ben presto in luce tutte le misere falle amatoriali della compagnia, che si dibatte tra errori di battute, oggetti di scena spostati, rovinose cadute e una scenografia che crolla gradualmente sui poveri attori, al punto da rendere necessarie delle sostituzioni d’emergenza. E così Annie, l’imbranata tecnica di scena (Stefania Autuori) e Fabio (Valerio Di Benedetto), il pessimo tecnico luci/suoni tuttofare, già in ansia per la perdita di un cd dei Duran Duran, sono costretti a recitare, con risultati più che prevedibili. La commedia è davvero esilarante, coinvolgente e sorprendente anche per la bravura e la preparazione degli interpreti nell’affrontare cadute e crolli di scenografia. Si ride senza sosta e non necessariamente alla prima visione. Si tratta infatti di uno spettacolo, che ha tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio happening teatrale – Rocky Horror docet – per habitués. E che audience participation sia.
Al Teatro Leonardo di Milano fino al 27 gennaio.
