Appassionante, irriverente, attuale. Tutto quello che molti, sicuramente a torto, non si aspetterebbero da un romanzo inglese dei primi dell’Ottocento, lo ha condensato in scena Arturo Cirillo con il suo allestimento di Orgoglio e pregiudizio (produzione Marche Teatro / Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale) attualmente in tournée e visto durante la permanenza al Teatro Elfo Puccini.
Cirillo ha avuto la brillante intuizione di premiare l’abilità nei dialoghi di Jane Austen, sfrondando – attraverso l’adattamento teatrale di Antonio Piccolo – personaggi e narrativa, per restituire un ritratto vivissimo di una società, che, con le sue debolezze e contraddizioni, ha molto a che vedere con i tempi odierni.
Il fulcro è tutto al femminile, con le cinque sorelle Bennet ridotte a Jane (Eleonora Pace) ed Elizabeth (Valentina Picello) in compagnia dell’amica Charlotte (Giulia Trippetta). Jane, dolce e bellissima, la ragazza perfetta da sposare almeno per Charles Bingley (Giacomo Vigentini), il ricco e avvenente vicino di casa, ma – ahimé – sprovvista di rango e di censo; Elizabeth, dotata di intuito e spirito d’indipendenza e proprio per questo poco considerata dalla madre (Sabrina Scuccimarra), donna frivola e superficiale – afflitta da periodiche e pretestuose crisi di nervi – che la ritiene inferiore per bellezza alla sorella, mentre è a tutti gli effetti la preferita del padre (Arturo Cirillo). E’ su di lei e sul suo pretendente, l’apparentemente spocchioso e fatuo Darcy (Francesco Petruzzelli), miglior amico di Bingley, che si costruisce la girandola di atteggiamenti contrastanti attorno a temi come il decoro, le incomprensioni, gli ostacoli e i pregiudizi sociali. Ma alla fine anche Elizabeth soccombe, avendo però la soddisfazione di una dichiarazione sincera e scevra di preconcetti da parte di Darcy.
E’ il signor Bennet a pronunciare il celebre incipit del romanzo: “È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo provvisto di un ingente patrimonio debba essere in cerca di moglie”. Una donna deve assecondare le scelte imposte dalla società, pur di potersi assicurare l’agognato status di moglie e madre. Non esistono pretendenti disprezzabili e lo sa bene Charlotte che si piegherà a un matrimonio di comodo con l’insulso Collins (Rosario Giglio) cugino dei Bennett. E lo sa ancora meglio Lady Catherine de Bourgh (eccezionale Arturo Cirillo en travesti) l’aristocratica zia di Darcy, donna altera e autoritaria che farà di tutto per ostacolare le aspirazioni delle sorelle Bennet.
La signora Bennet è la regista della danza del fidanzamento perfetto. E’ infatti lo spettacolo è diretto con la grazia e la leggiadria di un balletto, a suon di movenze e deliziosi passaggi musicali senza tempo (le musiche sono di Francesco De Melis), battibecchi, che sublimano l’ironia e il sarcasmo della Austen. Una scenografia efficace e semplicissima quella di Dario Gessati, con enormi finestre che si muovono alternativamente sul palco, simbolo di prospettive diverse e nelle quali i personaggi si vedono riflessi negli occhi altrui. Bellissimi i costumi di Gianluca Falaschi (Premio Ubu 2019). Eccezionale tutto il cast, dalla perfetta e moderna Elizabeth di Valentina Picello alla disarmante frivolezza di Sabrina Scuccimarra, alla doppia grande prova di Arturo Cirillo, signor Bennet dallo humour british e indimenticabile e arcigna Lady Catherine de Bourgh.