E’ in scena a Teatro I fino al 18 ottobre Una vera tragedia di Riccardo Favaro, anche regista con Alessandro Bandini. Lo spettacolo ha vinto il Premio Scenario 2019, destinato alle compagnie under 35 ed è una co-produzione Teatro i, LAC Lugano Arte Cultura.
Un Padre (Alfonso De Vreese) e una Madre (Marta Malvestiti) si muovono in un luogo surreale, onirico – un soggiorno in cui campeggiano alcune poltrone scarlatte – che sembra non conoscere i contorni di spazio e tempo. Un angolo di universo dimenticato da tutti, in cui si annuncia la visita di un Figlio da molti anni assente da casa (Alessandro Bandini). C’è qualcosa di estraneo in lui, che si riflette nel comportamento dei genitori, interpreti di un copione già scritto, quello di una sit-com deviata, con tanto di risate registrate. Una Madre algida e perfetta almeno in apparenza, un Padre dai modi sinistri. Nel corso della serata, i due cambiano funzione e ruolo, cercando di costruire un passato comune, che lascia intravedere dinamiche familiari distorte. Su uno schermo viene proiettato il testo dello spettacolo, che prende progressivamente vita propria e si allontana da quanto accade in scena, quasi a significare un mondo “altro”, del non detto. Musiche, effetti sonori e luci stroboscopiche fermano attimi di un vissuto che sembra indecifrabile. Il paradosso di una rappresentazione sempre più enigmatica viene svelato in un viaggio a ritroso nel tempo. Un passo indietro: un altro Figlio (Flavio Dolcetta Capuzzo) è seduto su una delle poltrone scarlatte. Ha un aspetto diverso dal primo. E’ lui il vero Figlio. Si svela il suo allontanamento, che lo ha reso ancora più estraneo ai genitori. Si insinua il sospetto di una famiglia disfunzionale, con un Padre padrone dispotico e umorale, che si sdoppierà in uno suo ego più giovane, che ha il volto del primo Figlio. La crisi esistenziale del Padre getta luce sulle ragioni del comportamento meccanico e del dolore imploso della Madre e sulla sensazione di solitudine del figlio in seno alla sua stessa famiglia. Finché tutto torna, in un atto di violenza gratuito quanto assurdo, quello appunto di una vera tragedia.
C’è un’intensità rara in questo testo di Alessandro Bandini e Riccardo Favaro, che non risiede solo nella genialità di una costruzione di thriller dell’anima, ma anche in un accorto uso dei dialoghi che rispecchiano l’assurdità di un quotidiano che può diventare pericoloso e orrendamente grottesco. Molto efficace l’idea dello schermo nero su cui viene proiettato il testo, così come l’idea del flashback indotto dal flusso di coscienza, che sprigiona un senso di smarrimento e di inquietudine sulla crudeltà di certe dinamiche familiari. Un plauso ai giovani attori tutti di grande efficacia e valore.